“Si siede davanti a me, in treno. Ed è bellissima. Bruna, occhi verdi, gambe infinite, e un’eleganza che ne accompagna ogni singolo gesto, anche il più insignificante. Quando le squilla il telefono, non si affanna a cercarlo nella borsetta; come se sapesse che chi la cerca non cederà certo ai primi squilli senza risposta, muove la mano lentamente, agguanta il cellulare e, sensuale, lo avvicina all’orecchio: “Amo’, porcoddio, con tutte ste chiamate m’hai asciugato la minchia”.”