“Siamo ancora immersi nel “viscido fango del mondo reale” di cui parlava Paul Klee. Che insegnava però come “lo scopo di un quadro è sempre quello di renderci felici”. E anche noi del pubblico attivo che agisce su questo medium orizzontale fatto di noi stessi, siamo insieme disgustati dal fango e rafforzati dal desiderio e dalla visione della possibile felicità. La consapevolezza di cui abbiamo bisogno ci deve condurre a distinguere e tener presente contemporaneamente il fango reale e la felicità possibile. Per arrivare lucidamente - per quanto ne siamo capaci - a vedere le conseguenze di quello che facciamo.”