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Ho ancora addosso, come giornalista, qualche cicatrice su quella vicenda di Fleischmann e Pons di vent'anni fa. Ci scrivevamo paginoni. Poi la replicabilità dell'evento della “fusione in bottiglia” non venne mai provata. E anche noi giornalisti ci prendemmo la nostra bella dose di sberleffi e battutine.
Oggi però chi ha tenuto duro (e per fortuna anche qualche italiano) può riprendere a sperare.
Se l'esperimento pubblico giapponese darà gli esiti sperati sarà la riscoperta alla grande di una frontiera che, letteralmente, potrebbe cambiare il destino del genere umano, e del pianeta.
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