Ho ancora addosso, come giornalista, qualche cicatrice su quella vicenda di Fleischmann e Pons di vent'anni fa. Ci scrivevamo paginoni. Poi la replicabilità dell'evento della “fusione in bottiglia” non venne mai provata. E anche noi giornalisti ci prendemmo la nostra bella dose di sberleffi e battutine.

Oggi però chi ha tenuto duro (e per fortuna anche qualche italiano) può riprendere a sperare.

Se l'esperimento pubblico giapponese darà gli esiti sperati sarà la riscoperta alla grande di una frontiera che, letteralmente, potrebbe cambiare il destino del genere umano, e del pianeta.

Beppe Caravita commentando la notizia dell’esperimento pubblico che si terrà ad Osaka il prossimo 22 maggio per dimostrare la possibilità della fusione fredda.