Come ogni altra città italiana, Roma in questi giorni è tappezzata di manifesti con tanti faccioni di aspiranti onorevoli, senatori, consiglieri comunali eccetera.
Senza volto, tutto nero e con il cognome in verticale è invece il poster di Domenico Gramazio, senatore uscente e rientrante (è in ottima posizione) per il cosiddetto Popolo delle Libertà.
Ieri questo Gramazio, durante un consiglio di amministrazione di un ente pubblico, ha alzato le mani contro un direttore generale, finito in ospedale con dieci giorni di prognosi.
”—Alessandro Gilioli presenta l'Onorevole Domenico Gramazio(mugugno mode ON)
Sarà la vecchiaia, ma sto diventando sempre più intollerante nei confronti di miliardi e miliardi di parolescrittesprecate per esprimere:
-banalità subumane
-cialtronismo acuto
-sindrome da Velina/Concorrente Grande Fratello/Tronista/Miss Italia
-gravi complessi di superiorità mascherati da guraggine
-gravi complessi d’inferiorità mascherati da pallonismo gonfiato
-gravi patologie sessuali mascherate da sottile erotismo
-ignoranza crassa
-maleducazione spacciata per schiettezza
-volgarità coprolalica spacciata per ironia/satira
Unico rimedio; regalare i giornali a vicina munita di camino, dimezzare il blogroll, disintegrare iscrizioni ai feed.Che sollievo.
(mugugno mode OFF)
Mi sa che sto invecchiando pure io allora…
Talvolta i rapporti professionali si rompono, quando il cliente si accorge che al fornitore del rapporto non importa nulla. In molti casi non si può fare molto per riparare, ma in altri basta solo un gesto, una piccola dimostrazione di volontà.
Il marketing è questo, è servizio al cliente, è disponibilità, perchè in mancanza di questo, tutto il resto sono chiacchiere.
Il cliente che si lamenta,dimosta che ci tiene ancora al rapporto,il reclamo è una grande opportunità, dopo è tardi.
”—Maurizio a proposito dell’impossibilità di insegnare il marketing ad un bottegaiowhiplash in un commento al thread su it.fan.marco-ditri sulla questione “Decreto Gentiloni”
(via lastknight)
Il vecchio ordine
Il nuovo ordine
Sarebbe ingiusto voler rispondere con altrettanta sintesi a chi con grande passione civile da lunghe decadi riempie tomi e tomi di ragionevoli considerazioni e acuti richiami all’essenza stessa dell’ordinamento, quindi come tanti prima di me evito del tutto di rispondergli, avendo purtroppo troppo poco tempo per dedicarmi anima e corpo a replicare punto su punto. Mi permetto soltanto di osservare due cosine.
La “Stampa” oggi non ha nulla a che vedere con i valori e i principi a cui si richiama Abruzzo. E’ un carnaio fatto di marketing e pubblicità che raggiunge le sue vette più alte nel finanziamento pubblico ad attività editoriali altrimenti fallimentari, e nell’avvio di attività editoriali per il solo scopo di raggranellare soldi pubblici attorno all’ennesimo fake giornalistico. Fingere che non sia così è certo nelle corde di molti ma non certo in quelle di Abruzzo. Il che però può solo significare che l’autorevole giornalista non ne sia consapevole.
”—Volevo tagliuzzare questo estratto dal post di Paolo De Andreis, a proposito dell'ennesimo appello per difendere l'ordine dei giornalisti di Franco Abruzzo, per rendere più evidenti le parole ma mi è stato impossibile.Se ritieni che la “rete” sia importante per la tua azienda, perchè ne limiti l'utilizzo ai dipendenti della tua azienda?Perchè consideri la navigazione su Internet una perdita di tempo? Perchè non responsabilizzi maggiormente i tuoi collaboratori sui risultati e non sulle attività?
Mi piacerebbe tanto saperlo.
”—Maurizio Goetz sulle Influenze di reteBy Juliette
Qualche mese fa ho comprato un tanga rosso alla mia compagna, sperando che qualche volta lo mettesse nei momenti di intimità. E’ rimasto nel cassetto per mesi, senza che lei lo indossasse una volta. Una sera, tornato dal lavoro, l'ho visto nel cesto della biancheria. Che senso ha metterlo per andare al lavoro?
Sicuramente non le serve per lavorare, anima candida…
E’ in giornate come queste che sono felice per aver scoperto Girlpower vs Cioè
Marco Letizia è un disgraziato che semina panico e il direttore che ammette simili articoli è pure peggio!
(via Luca Sartoni)